venerdì 6 gennaio 2006

Fuori Liguria: Settimana Verde in Alta Val Varaita

Pontechianale

Dall’alto del nostro rifugio, posto sulle basse pendici del monte, si poteva scorgere Pontechianale. Il paese si presenta con due facce, quella nuova e quella vecchia, di origine medioevale. Sinceramente non mi è molto piaciuto, sia come struttura, che come ubicazione. Un po’ squallido direi, ma forse anche il tempo piovoso ha dato la sua parte. Più a valle vi era una diga, il cui lago era praticamente prosciugato.

Girovagando tra le case, ovviamente di pietra e legno, nella parte vecchia, si possono notare molti elementi che la caratterizzano, come questo comignolo. E poi i vecchi portoni delle stalle, massicci, resistentissimi. Qui è facile credere che abbiano resistito alla forza del tempo.

S'incontra poi la chiesetta di Pontechianale. Ettichetto anch’essa come piuttosto squallida, esternamente. L’interno è più fasto, non troppo luminoso e leggermente pesante.


Chianale

Più a nord, verso i monti, si trova invece Chianale. Rispetto a Pontechianale, è più raccolto, e si trova abbracciato fra due monti.

La chiesetta, dedicata a San Lorenzo, è, come il resto del paese, piuttosto antica. L’entrata è buia, e dà un senso di trasporto nel passato, quando la si varca. L’interno è piccolo, piuttosto angusto, poco luminoso. La struttura dà senso di pesantezza, con alcuni muri non affrescati, nudi. Da notare alcuni capitelli, che si credono celtici; secondo alcune teorie, sarebbero infatti stati sostiuiti a quelli “cristiani”. Ai due lati, appena sotto l’altare, sono poste due statuette, una raffigurante la Madonna, l’altra Sant’Antonio; quest’ultimo reca ai suoi piedi un maialino, come simbolo, essendo il Santo protettore degli animali.


Passeggiando tra i monti...

Quassù il tempo è stato piuttosto vario, mutevole. Si passava da momenti di forte sole ad altri di tempo nuvoloso, con qualche schizzetto di pioggia. In compenso il paesaggio era abbastanza piacevole, o almeno in alcuni punti.

Seguendo la stradina che passa dal nostro rifugio, e percorrendo un sentiero tra i boschi, si arriva ad un piccolo laghetto di origine glaciale, quasi prosciugato; qui è facile sprofondare nell’acqua, dopo aver creduto che sotto quell’ammasso di neve su cui si era posato il piede c’era dura terra! Ma si possono anche incontrare opere dell’uomo, come questo fortino scavato nella roccia.


… E, ovviamente, le marmotte! Impossibile non incontrarle, da quante ce ne sono!